Abbiamo imparato a identificarci in categorie di comportamento anche grazie ai consigli ricevuti da amici e colleghi, e su questo abbiamo lavorato “ad alta voce” per cercare di lavorare sui nostri atteggiamenti verso gli altri.
Mi chiamo Antonella De Jaco, ho 53 anni e sono Professoressa Associata nel Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”. Il mio percorso accademico è iniziato con la laurea in Scienze Biologiche, proseguito con il dottorato di ricerca in biologia cellulare e dello sviluppo ottenuto nel 2001 e caratterizzato poi da un lungo periodo negli Stati Uniti, dove ho svolto il mio post-dottorato presso l’Università di California, San Diego in un laboratorio di ricerca dove ho iniziato a lavorare sulle basi molecolari dell’autismo e sulla caratterizzazione di mutazioni riscontrate in pazienti.
Questo periodo è stato molto formativo e mi ha permesso di rientrare in Sapienza in seguito al superamento di un concorso da ricercatore a tempo indeterminato nel 2008, nello stesso dipartimento da cui provenivo.
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Nel 2020, dopo essere risultata idonea all’abilitazione, sono passata a professore associato del dipartimento. Da quando sono rientrata in Sapienza ho sempre avuto un piccolo team di ricerca, più o meno sempre formato da un dottorando e un paio di tesisti magistrali che mi ha permesso nel corso degli anni di proseguire nelle mie ricerche iniziate negli Stati Uniti e di rimanere nell’ambito dello studio di mutazioni associate all’autismo anche in modelli in vivo e di provare l’effetto di potenziali trattamenti farmacologici.
Parallelamente mi impegno nella didattica con l’insegnamento del corso di “Biologia Cellulare ed Istologia” al primo anno della laurea triennale in Scienze Biologiche del corso “Intracellular Trafficking” al corso di laurea magistrale di Genetica e Biologia Molecolare.
Avevo un’idea vaga di cosa mi avrebbe offerto GLASS, ma ho percepito da subito che sarebbe stata un’esperienza per familiarizzare con colleghe del mio stesso dipartimento su argomenti importanti quali l’inclusione femminile nella nostra società e nel nostro lavoro. L’attrattiva per me è stata proprio il potermi arricchire di temi nuovi, cercare maggiore coinvolgimento e motivazione sul lavoro e avvicinarmi a colleghe della mia stessa sensibilità per certe tematiche (pur non sapendo chi avrebbe in realtà partecipato). Per il resto mi sono fidata di una delle organizzatrici che è una collega che stimo e che sapevo avrebbe coinvolto persone di spessore, di certo mi aspettavo un corso più passivo in cui avremmo frequentato seminari ed opinioni sul tema del gender e della leadership.
Invece fin da subito il corso è stato molto coinvolgente in prima persona, ci ha messo al centro e siamo diventate parte stessa di esso. Penso che questo sia stata una delle forze di questa esperienza. Le partecipanti sono continuamente stimolate alla riflessione e al confronto prima di tutto con loro stesse e poi con le altre partecipanti in un percorso introspettivo sulle proprie forze e sui propri limiti non solo nel campo lavorativo. Abbiamo imparato a identificarci in categorie di comportamento anche grazie ai consigli ricevuti da amici e colleghi, e su questo abbiamo lavorato “ad alta voce” per cercare di lavorare sui nostri atteggiamenti verso gli altri.
Il tema del gender si è fuso con un comune denominatore che è emerso fin da subito nei nostri comportamenti delle partecipanti. La classe, dalla seconda lezione è diventata un circolo per crescere, conoscerci, capirci e allearci in un clima di “sorellanza”. Il tema del lavoro e del potere per me sono stati molto stimolanti, il lavoro come “un campo” di allenamento in cui migliorare la nostra vita e in cui portare ciò che ci piace realizzare, ed il potere come la possibilità di fare andare le cose come vorremmo. Il corso ha sbloccato in me uno stato di inerzia nei confronti di obiettivi lavorativi, soprattutto nel lanciarmi per opportunità di finanziamento competitive spingendomi a scrivere progetti di ricerca per esporre le mie idee, quelle che mi piacciono. Dalla fine del corso ho scritto 5 “letter of intent” per fondazioni americane che finanziano la ricerca sull’autismo, non importa quante di esse saranno scartate o finanziate, ma importa aver vinto il timore di mettere anche la mia voce e le mie ricerche a confronto con tante altre.
Il corso ha sbloccato in me uno stato di inerzia nei confronti di obiettivi lavorativi
Consiglierei GLASS 2026 a tutti, ma soprattutto vedo una grossa potenzialità per persone della mia fascia di età che si trovino in una posizione di responsabilità e di gestione di un gruppo (group leader) e che hanno quotidianamente il ruolo di relazionarsi a diversi livelli. Nella carriera universitaria, ritengo che il livello di professore associato sia quello che più può trarne vantaggio. Consiglierei inoltre di seguire il corso insieme a colleghi in modo da poter creare reti negli ambienti di lavoro e mettere in pratica un nuovo modo di affrontare le situazioni, creando relazioni di collaborazione e introducendo cambiamenti costruttivi, qualora necessario.
GLASS è un corso di alta formazione post-lauream (area tematica “Leadership & Soft Skills”) che avrà il suo prossimo ciclo in sei incontri a partire da gennaio 2026.
Per avere più informazioni e aggiornamenti sulla prossima edizione di GLASS (2025/2026), scrivi a glass.sapienza@gmail.com

